Il 13 dicembre 1569, nella Sala Grande di Palazzo Vecchio venne data lettura ufficiale della bolla pontificia in cui papa Pio V decretava la nomina di Cosimo a Granduca d’Etruria: esattamente a 450 anni di distanza, venerdì 13 dicembre 2019 prende il via al Museo di Palazzo Vecchio Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere: un progetto speciale che intreccia linguaggi diversi per evidenziare lo strettissimo legame che Cosimo I de’ Medici ebbe con Palazzo Vecchio, il “suo” palazzo ducale.
L’iniziativa, cura di Comune di Firenze e MUS.E in collaborazione con Paolo Penko e Fondazione Arte della Seta Lisio rientra nelle Celebrazioni per il Cinquecentenario dalla nascita di Cosimo I e Caterina de’ Medici, promosse da un Comitato organizzatore costituito da oltre venti istituzioni culturali cittadine e coordinato dal Comune di Firenze.
Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere, che proseguirà fino al 31 agosto 2020, ripercorrerà idealmente, sala dopo sala, abitudini, significati e ruoli della vita della Reggia medicea, grazie a una serie di totem che raccontano la storia e la vita quotidiana di Cosimo I nel Palazzo.
Nominato Duca di Firenze nel 1537, Cosimo I definì la propria residenza nel palazzo del governo cittadino e nel maggio 1540 vi si trasferì con tutta la corte: a lui si devono importanti interventi di rinnovamento e ampliamento dell’edificio, coordinati dal 1555 in poi dall’architetto di corte Giorgio Vasari e realizzati grazie a una ben strutturata Fabbrica Medicea.
Se la Sala Grande era il cuore di questa imponente architettura politica, teatro dei principali eventi e scenario ideale per accogliere personalità illustri, le sale che oggi compongono il percorso museale coniugavano efficacemente, nella seconda metà del XVI secolo, finalità propagandistiche e bisogni pratici: agli appartamenti ducali si affiancavano quelli per gli ospiti, alle sale di pubblica visibilità quelle di guardaroba medicea.
Iniziativa promossa da Comune di Firenze
Organizzazione: MUS.E
A cura di Carlo Francini e Valentina Zucchi
Oltre al percorso in palazzo, nella sala delle Udienze saranno presentati tre importanti simboli del potere di Cosimo:
il Collare del Toson d’oro, lo Scettro e la Corona granducale, tre preziosi manufatti che vengono straordinariamente proposti al grande pubblico grazie all’eccellenza dell’artigianato artistico fiorentino. Il maestro orafo Paolo Penko, dopo un accurato lavoro sulle fonti scritte e iconografiche, ha realizzato tre opere che non hanno eguali: non si tratta di riproduzioni (non esistono originali analoghi), ma di vere creazioni artigianali eseguite sulla base di una ricerca filologica complessa e grazie a un’altissima abilità tecnica.
Tutti e tre gli oggetti vengono presentati su cuscini di velluto di pura seta, di cui uno arricchito con teletta d’oro, tutti tessuti manualmente su antichi telai Jacquard e adagiati su un centro-tavola in velluto cesellato operato con motivo cinquecentesco, in virtù della collaborazione con la Fondazione Arte della Seta Lisio.
Il Collare del Toson d’oro, conferito a Cosimo da Carlo V nel 1546, è stato realizzato così come rappresentato nel ritratto del Duca della collezione Castello Odescalchi di Bracciano (1551): è composto di 25 acciarini intrecciati, alternati a elementi che simulano le pietre focaie circondate da fiamme; il pendente riproduce il Tosone, correlato alla leggenda del Vello d’oro.
Lo Scettro Granducale è stato eseguito in conformità con il grande dipinto su lavagna di Jacopo Ligozzi (1590 circa), raffigurante proprio l’incoronazione granducale di Cosimo avvenuta a Roma nel marzo 1570, e con i ritratti di Cosimo Granduca, quali i dipinti di Giovan Battista Naldini (Gallerie degli Uffizi, 1585) e di Ludovico Cardi detto il Cigoli (Palazzo Medici Riccardi, 1603).
La Corona Granducale, prezioso esemplare di arte orafa, riproduce invece il disegno presente nella Bolla Papale di Pio V del 24 agosto 1569, custodita presso l’Archivio di Stato di Firenze: ha 19 punte, alternate in argento e oro con pietre ed elementi decorativi; al centro fiorisce il Giglio fiorentino, smaltato in rosso con lumeggiature dorate. Sotto si trovano un astragalo con perline e un fregio di dentelli con perle e ovuli smaltati, mentre nella fascia centrale è riportata la seguente scritta, cesellata e incisa a bulino:
Pius V. Pont. Max. ob eximiam dilectionem ac catholicae religionis zelum praecipuumque iustitiae studim donavit (Pio V Sommo Pontefice donò per l’eccezionale devozione e per lo zelo nei confronti della religione cattolica e per il particolarissimo amore della giustizia).
Al centro della fascia spicca un cammeo in calcedonio sardonice, sul quale è intagliata la personificazione del fiume Arno. Inferiormente vi è una modanatura con smeraldi e ioliti in castoni, distanziati da perle.
Un artigianato artistico che questa iniziativa ha inteso valorizzare in tutta la sua sapienza e in assoluta continuità con le eccellenze artigiane che circondavano Cosimo I a metà Cinquecento, quando pittori, scultori, intagliatori, stuccatori, orafi, tessitori lavoravano all’unisono concorrendo, ciascuno con il proprio linguaggio, a celebrare la sua figura grazie alla meraviglia che l’arte può generare.
Prestatori: Paolo Penko e Fondazione Arte della Seta Lisio
Tappezzeria: Antica Tappezzeria Borsellini
Grafica: Frush Design
Progetto allestitivo: Alessandra Carta - Leonardo Boganini Architetti
Totem esplicativi: Tecniform Studio srl
Fotografie: Daniela Nizzoli Photography
Illuminazione: Progetto Luce srl
Allarmi: Ritar Elettronica srl
Catalogo: Edifir - Edizioni Firenze
L’iniziativa Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere è a cura di Carlo Francini, Responsabile Ufficio UNESCO Comune di Firenze e di Valentina Zucchi, Responsabile Mediazione MUS.E, con catalogo Edifir.
Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere
Museo di Palazzo Vecchio
13/12/2019 - 31/08/2020
Per informazioni e prenotazioni: Tel. 055-2768224,