Jacquard N°82

2° numero 2018, Luglio - Dicembre

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Numero 82 Jacquard

Questo numero di «Jacquard» si apre con la seconda parte dello studio su Anita Pittoni, l’artista triestina che si è espressa nel corso della sua attività creativa dal 1927 al 1948, secondo diverse componenti. Nella prima parte pubblicata nello scorso numero, erano state esaminate la tradizione storica, folcloristica e primitivista che hanno caratterizzato i modelli “implosivi”, ora invece vengono presi in considerazione i modelli “esplosivi” di stampo invece avanguardistico, influenzati dal contemporaneo dibattito artistico, come ad esempio la moda futurista o costruttivista.

Con il successivo saggio vengono confrontate le opere pittoriche su tavola tra Sardegna, Penisola Iberica e Fiandre, tra XV e XVI secolo, accomunate da motivi decorativi tessili che fanno parte dell’iconografia ricorrente nel periodo e caratterizzanti la produzione di preziosi velluti.

Lo studio del corredo di una cappella signorile ottocentesca ci avvicina poi a vesti sacre di ottima fattura e a tessuti e ricami di pregio.

Passiamo ad un arte più povera: i tessuti oleografici. Essi fanno parte di quel patrimonio diffuso formatosi verso la fine dell’Ottocento fino agli anni cinquanta circa del Novecento, quando le famiglie acquistavano queste opere di arte devozionale che scandivano gli ambienti domestici e in modo particolare le camere da letto.

L’occasione del restauro di un frammento di arazzo dove compare come soggetto una figura maschile che trasporta un orcio, ha indotto una breve riflessione sul modo di trasportare pesi con il supporto delle spalle o della testa e la sua rappresentazione nell’arte dell’arazzeria.

Per quanto riguarda la Fiber Art vediamo due artiste, la prima un’esponente di spicco, Maria Lai, al centro di un intervento che prende avvio dalla mostra personale a Palazzo Pitti concepita attorno al tema del “filo” e quindi ad un aspetto fondamentale dell’opera dell’artista sarda percorsa da questo tema, e la seconda artista, Sanja Spasić, che fa parte delle giovani e promettenti leve, che utilizza il feltro di lana per le sue opere emozionali nelle quali la componente sensoriale, tattile e visiva, sviluppa un nuovo modo di concepire e creare una scultura.

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Modelli “implosivi” ed “esplosivi”: per un’analisi dell’opera di Anita Pittoni. Seconda parte. I modelli “esplosivi”, una rilettura delle influenze futuriste e costruttiviste in Anita Pittoni

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